Vieste

Nome del luogo: VIESTE

 

Nome del luogo in latino: Vestis o Apenesta
 
Chiesa (titolo antico): S. Maria di Costantinopoli
 
Titolo attuale: Santissimo Sacramento
 
Prov. religiosa: S. Angelo e P. Pio - Foggia
 
Diocesi: Manfredonia - Vieste – S. Giovanni Rotondo
 
Circoscriz. civ.: Provincia di Foggia (Italia)
 
Anno di fondaz. cappuccina: 8 gennaio 1634
 
Anno di consacrazione della chiesa: 22 giugno 1698
 
Anno di soppressione (civile): 6 luglio 1811; 1867 (chiusura definitiva)
 
Riapertura: 20 novembre 1824
 
Storia: nel 1624 la richiesta di avere i Cappuccini a Vieste fu fatta dal p. Francesco da Tramonti nel Capitolo di Isernia. Nel 1634 il vescovo diocesano, mons. Ambrogio
Palomba, domenicano, accettava con piacere il desiderio del popolo di avere i Cappuccini ma guardava con prudenza gli atteggiamenti dell’opposizione la quale intendeva addirittura imporsi al vescovo il quale l’8 gennaio 1634 benedì la Croce che, secondo lo stile cappuccino, avrebbe dovuto essere ‘piantata’ sul sito ove sarebbe poi nato il convento. La richiesta per l’erezione del convento fu fatta per la seconda volta al Capitolo provinciale convocato a Serracapriola dal p. Francesco da Tramonti, il quale si recò con altri quindici sul posto ove invece degli applausi, trovò ancora vive le opposizioni dei suddetti frati, specie i Carmelitani. Intanto il p. Provinciale p. Francesco da Castelvetere, a nome del capitolo, essendosi recato sul posto, decise di far piantare la croce, rimandando la conclusione della questione a tempi migliori. Si fece una solenne processione per la città con la Croce che doveva essere ‘piantata’ sulla zona del futuro convento. Definita ogni controversia, fu posta la prima pietra del Convento il 1 maggio 1634, festa degli Apostoli Filippo e Giacomo. Gli oneri economici furono assunti dal primicerio della Cattedrale di Vieste, Natale Fazzini, e dal fratello Luca. Non aderirono gli altri fratelli del Primicerio in quanto erano contrari alla venuta dei Cappuccini. I lavori furono fatti in gran parte dai frati stessi che furono assegnati di famiglia ed erano tre sacerdoti e sei fratelli laici. La Chiesa fu consacrata dal vescovo diocesano mons. Lorenzo Kreaytter. Come si prevedeva, venne il giorno infausto della soppressione del Convento. La triste data fu il 6 luglio 1811. Per tale atto furono incaricati dal governo Nicola Cimaglia ed Emanuele Abruzzini. I frati ivi residenti furono mandati via. Il superiore, p. Gabriele da S. Nicandro Garganico, fu mandato al convento di Serracapriola, p. Giuseppe da Carpino al convento di Bovino, fr. Girolamo da Vieste al convento di Torremaggiore ed il p. Fedele da Vieste, che momentaneamente stette un po’ presso i suoi, pare risentì molto di questa sciagura ed il 15 settembre 1811 morì. Aveva appena 29 anni. Il comune prese possesso dello stabile allo scopo di servirsene per alloggio ad eventuali truppe di soldati di passaggio, ma in realtà lo stabile rimase abbandonato a se stesso. Il convento fu riaperto il 20 novembre 1824 per interessamento del comune e del vescovo mons. Arcaroli. Fu chiuso definitivamente nel 1867. Dal 1920 al 1971 fu caserma della Guardia di Finanza. La Chiesa è parrocchia dal 1942 col titolo del Santissimo Sacramento.
 
Arte: tela della Madonna degli Angeli e Santi, di Giovanni de Lopreite del 1641; scultura lignea del SS. Crocifisso, risalente al XVII secolo.
 
Fonti e bibliografia: Clemente Anna e Giuseppe, Soppressione degli Ordini Monastici in Capitanata nel decennio francese 1806-1815, ed. tip. Bari 1993; Di Iorio (Padre) Eduardo, I Cappuccini della religiosa provincia di Foggia o di S. Angelo in Puglia (1530-1986), Tomo I-II, Campobasso 1986; Gabriele da Cerignola, Memoria della fondazione di questa nostra provincia dei cappuccini di s. Angelo e dei suoi luoghi con catalogo di tutti i Vicari e ministri Provinciali che l’hanno governata 1529-1667, manoscritto, Archivio Provinciale Capp. Foggia; Triggiani Leonardo, I Conventi dei Cappuccini di Foggia, storia e cronaca, ed. Voce di Padre Pio, S. Giovanni R. (FG) 1979; Siena Matteo, Il Convento dei Cappuccini di Vieste, 1993, p. 50.
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